La semplicità spesso cela un’immensa ricchezza. È il caso dei taralli, un’eccellenza gastronomica italiana di origini antiche che conserva un bagaglio di tradizioni, profumi e sapori indescrivibili. In un precedente articolo abbiamo già raccontato la storia dei taralli, oggi vedremo qual è la differenza tra i taralli lisci e quelli intrecciati.
Sono talmente buoni che uno tira l’altro ed è impossibile non amarli. Fanno gola a grandi e piccini e sono l’aperitivo perfetto per piacevoli momenti in compagnia tra amici e un calice di vino. Se siete amanti dei taralli, saprete sicuramente che esistono di diversi tipi e gusti di questo delizioso finger food tradizionale.
I tarallini classici, i taralli sugna e pepe, i taralli al finocchietto, i taralli integrali, i taralli senza grassi (per chi è attento alla linea), i taralli lisci e i taralli intrecciati!
Senza dubbio la differenza che più stuzzica la fantasia è quella tra taralli lisci e taralli intrecciati. In cosa si distinguono? La ricetta è la stessa oppure cambia?
Differenza fra taralli lisci e taralli intrecciati
La principale differenza tra i due è sicuramente la forma, più semplice per i taralli lisci e più articolata per le treccine. La forma ad anello con la superficie liscia dalla consistenza friabile e croccante è tipica dei taralli lisci, mentre i taralli intrecciati anche detti treccine, sono formati da due striscioline di pasta sapientemente intrecciati tra loro e chiusi ad anello.
I nostri taralli lisci sono disponibili sia nel classici formato ‘piccolo’ dei tarallini al finocchietto che nel formato più grande dei taralli lisci all’olio. Tra i taralli lisci possiamo annoverare anche i Taralli di Mare, taralli senza grassi preparati con pochi ingredienti e senza spezie, solo acqua, farina e sale. Ideali da inzuppare nel latte o nel tè.
Taralli lisci
I primi taralli di cui si conosce la storia e le origini sono proprio i taralli lisci. Sembra che bisogna tornare indietro al Quattrocento per scoprire le vere origini.
La storia narra che durante un lungo periodo di carestia, una madre non avendo pane per sfamare i suoi figli, impastò il primissimo tarallo della storia usando gli unici ingredienti che aveva in dispensa: farina, olio d’oliva, acqua e sale.
Dall’impasto creò delle strisce sottili poi le chiuse ad “anello” e una volta lievitate le mise in forno a cuocere. Così nacque la famosa ricetta dei taralli lisci, un prodotto povero destinato a riempire la pancia e a durare a lungo, più del pane. Il vantaggio dei taralli rispetto al pane è quelli di poter essere conservati in dispensa anche per molto tempo, mantenendo comunque intatti sapore e consistenza.
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I taralli lisci divennero simbolo della convivialità in famiglia. Di lì il famoso detto “finire a tarallucci e vino”, che riprende la consuetudine contadina di offrire vino e taralli agli ospiti.
Dal ‘400 in poi la ricetta dei taralli lisci si è diffusa in tutto il territorio italiano fino a conquistare la denominazione di PAT (Prodotto Agroalimentare Tradizionale Italiano).
Taralli intrecciati
I taralli intrecciati sono taralli tipici campani e in particolare del nostro territorio del Sannio nonché l’emblema dello streetfood partenopeo. Anche in questo caso la loro origine è molto antica, da cibo del popolo e sostituto del pane a snack da aperitivo, tanti secoli di storia sono trascorsi.
La ricetta dei taralli intreccciati è molto simile ai taralli lisci, a poter cambiare sono gli aromi e le spezie a seconda della tipologia di prodotto. Tutti i nostri taralli sono prodotti con impasto a lievitazione naturale con lievito madre. I taralli intrecciati più conosciuti sono i taralli sugna e pepe. Si racconta che fosse consuetudine inzupparli nell’acqua di mare prima di mangiarli, ed erano venduti per strada. Tra le varianti di taralli intrecciati, troviamo anche i Treccioni che sono taralli interamente lavorati a mano.
Matilde Serao ne “Il ventre di Napoli” descrive i taralli come l’unica fonte di sussistenza del popolo napoletano in tempo di carestia.
Dopo aver lavorato l’impasto questo viene tagliato a striscioline e con queste viene creato un intreccio, la famosa treccina. Si passa poi alla cottura tramite bollitura per pochissimi minuti e poi alla cottura al forno. La doppia cottura bollitura prima e forno dopo è una caratteristica di tutti i nostri taralli, sia lisci che intrecciati, da qui il nome bis-cotti. Questo procedimento li rende più friabili e più digeribili.
E tu quali taralli preferisci? Lisci o Intrecciati? Faccelo sapere nei commenti…
Isabella Vellucci
I taralli sembrano buonissimi!
ricetta per favore